Partecipato il presidio contro lo smantellamento di Area Donna, un’iniziativa partecipata per tutelare un’eccellenza unica nella medicina di genere.

Ieri, otto marzo, di fronte all’Ospedale Maggiore di Cremona, ha avuto luogo il presidio contro lo smantellamento di “Area Donna”,  il servizio pubblico che si occupa di prevenzione e cura dei tumori femminili.

L’iniziativa è legata alla decisione di ASST Cremona di “riorganizzare” lo spazio per le donne all’interno di una struttura chiamata Cancer Center, che racchiuderà, indistintamente, tutte le patologie oncologiche.

Oltre duecento le persone presenti, contro questa incomprensibile scelta di smantellamento di fatto di quella che è a tutti gli effetti un’eccellenza che andrebbe, invece, potenziata e tutelata.

Molti gli interventi, tra cui quello della Segretaria Generale CGIL Cremona, Elena Curci e di Maria Teresa Perin, della Segreteria Confederale CGIL Cremona e responsabile di Collettive 365, Donne della CGIL Cremona.

“Abbiamo voluto questo presidio proprio oggi, Giornata internazionale dei diritti della donna  per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo”, esordisce Curci, “Nel 2019 un decreto adotta il piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, un nuovo punto di vista che ci pone all’avanguardia, da includere  in tutte le specialità mediche, che nasce dalla crescente consapevolezza delle differenze associate al genere, con il fine ultimo di garantire ad ogni persona, sia uomo che donna, la migliore cura”.

“Non è questo quindi il momento più opportuno per smantellare” – prosegue Curci – “un reparto che per anni ha svolto un servizio egregio anche e soprattutto nel campo della prevenzione e che era un punto di riferimento certo per le patologie oncologiche di genere, dove ancora oggi l’agenda unica voluta da Regione Lombardia NON FUNZIONA e dove abbiamo ancora un problema di lunghe liste d’attesa per la prenotazione di visite ed esami.

Chiediamo garanzie perché siamo convinti che Area Donna di Cremona sia  l’ espressione di una buona Medicina di Genere e pertanto chiediamo con forza che Regione Lombardia e ASST di Cremona rivedano le decisioni prese“.

Maria Teresa Perin, pone invece l’accento sulla genesi di questa eccellenza: “AREA DONNA di Cremona,  una realtà nata e cresciuta grazie alla competenza di professionisti e grazie all’impegno ed alle donazioni di associazioni e fondazioni. Sono centinaia e centinaia  le donne cremonesi (e non solo) che hanno trovato in Area Donna, un percorso di cure e di attenzioni individuali davvero a misura di donna”.Prosegue Perin, chiedendo potenziamenti della medicina di genere e anticipando che questo presidio è solo una tappa, perché Regione Lombardia e ASST Cremona rivedano questa scelta sbagliata: “Non solo chiediamo che Area Donna sia mantenuta così come è stata pensata e costruita, anzi,  pensiamo che sarebbe importante che questo modello organizzativo fosse replicato in altre esperienze.
Questo presidio, per gli organizzatori, costituisce una tappa di un percorso di condivisione che,  in rappresentanza delle cittadine e dei cittadini, vogliono costruire CON l’Asst, CON il Sindaco del Comune di Cremona, CON Regione Lombardia. per ottenere i risultati verso una vera attenzione alla Medicina di Genere”.

CGIL Cremona ringrazia tutti i soggetti che, insieme, hanno reso possibile questa prima tappa: Rete Donne SNOQ Cremona, Collettive 365 – Donne Cgil Cremona, Forum Provinciale del Terzo Settore di Cremona e CISL, UIL provinciali.

 

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