“La persona al centro” Intervista alla Segretaria Generale CGIL Cremona Elena Curci

Elena Curci Segretario generale della Cgil di Cremona. Confermata la squadra

Più rilevanza alla contrattazione sociale. L’unità sindacale è un valore da perseguire. Investire su formazione e tutela della salute sono priorità

Assemblea Generale ha eletto, a larghissima maggioranza, venerdì 25 febbraio Elena Curci segretario generale della Cgil Cremona. Curci, 48 anni, lascia così il ruolo di Segretario Organizzativo che ricopre dal 2017.Il suo percorso nella CGIL inizia con il CAAF, nel 1993, e poi nel Patronato INCA, di cui è responsabile a Crema dal 1991, fino al 2013, quando assume il ruolo di Direttore Provinciale dello stesso INCA. «E’ con il Patronato spiega  che ho imparato cosa vuol dire poter aiutare le persone nella tutela dei propri diritti, previdenziali e socio assistenziali, in modo universalistico e solidale». Viene confermata la segreteria, rispettando la parità di genere sancita dallo Statuto, risulta perciò composta da: Elena Curci, Massimiliano Bosio, Maria Teresa Perin, Marco Arcari.

E’ una bella soddisfazione quella di essere eletta con un consenso così ampio?
«Certamente. Il fatto che i compagni e le compagne mi abbiano appoggiata così ampiamente significa molto, è un forte riconoscimento del lavoro svolto e un grande attestato di fiducia. Ovviamente il ruolo è delicatissimo, la responsabilità è alta ma il fatto di avere tante persone al mio fianco mi rassicura.  Inoltre, riconfermando l’attuale segreteria con cui ho lavorato in questi anni, composta da Massimiliano Bosio, Maria Teresa Perin, Marco Arcari, sono sicura che non sarò da sola, come deve essere in una grande organizzazione collettiva come è la CGIL».

Come agirà rispetto a chi l’ha preceduta?
«Sicuramente dobbiamo proseguire e rafforzare l’eccellente lavoro fatto in questi anni sulla contrattazione sociale e territoriale. La Camera del Lavoro deve essere un soggetto di riferimento per tutto il territorio, non solo per le questioni lavorative. C’è poi un tema sempre più rilevante che è la contrattazione sociale, oggi ben fatta dalla Confederazione insieme allo  Spi Cgil e dalla Funzione Pubblica, ma che deve essere ampliata con la condivisione di tutte le categorie, perché i lavoratori, prima di tutto sono cittadini, e la CGIL ha l’ambizione di essere punto di riferimento anche fuori dai luoghi di lavoro». 

Che rapporti imposterete con le altre sigle sindacali?
«L’unità sindacale è un valore che va perseguito perché fa bene ai lavoratori, ai pensionati, ai cittadini. Sono convinta come è stato fatto in questi anni  che si potrà lavorare bene con le altre confederazioni, mettendo sempre il lavoro e le persone al centro». 

Quali sono i suoi spunti di riflessione sull’occupazione?
«Dobbiamo puntare ad una buona occupazione sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. In proposito, oggi la nostra attenzione è focalizzata sulle modalità di utilizzo/applicazione del PNRR. Se veramente si punta ad uno sviluppo duraturo, il problema non può essere semplicemente l’utilizzo totale e tempestivo delle risorse a disposizione ma la direzione, che questa situazione straordinariamente favorevole per le quantità di risorse, con la quale si potranno risolvere o meno i molti problemi strutturali. Lo scorso 23 dicembre è stato siglato il Protocollo per la partecipazione delle organizzazioni sociali alla gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È un risultato molto importante perché consente un confronto preventivo sugli investimenti e le riforme, sia a livello nazionale che a livello territoriale e noi ci saremo e saremo pronti».

Qual è il ruolo del sindacato sull’applicazione del Pnrr?
«Il senso del Protocollo indica proprio questo: il confronto con i sindacati non è meramente consultivo o sporadico ma è preventivo e concreto e deve seguire tutto il processo che porta a definire i progetti e i relativi stanziamenti. Gli obiettivi saranno la costruzione delle piattaforme di contrattazione a tutti i livelli per lo sviluppo del territorio e l’avvio di una stagione negoziale sulle risorse e sulle scelte per una buona occupazione».

Quali sono prossimi impegni?
«Quello principale sarà impegnarsi per un sindacato sempre più propositivo nei confronti delle giovani generazioni, delle donne e dell’ambiente (senza dimenticarsi degli anziani, “categoria fragile e tra le più colpite dalla pandemia”).  Vogliamo andare verso un nuovo protagonismo della proposta, soprattutto in questa fase di grandi stravolgimenti economici e sociali: dobbiamo essere promotori di iniziative rivolte alle città e ai suoi abitanti e contaminare il dibattito politico e pubblico con i nostri temi. L’importanza di mettere al centro il lavoro e i diritti con l’obiettivo “di dare linfa a una nuova cultura dello stare insieme imperniata sui valori della giustizia, della solidarietà e del benessere diffuso».

Che priorità si è data?
«Sono molte, le priorità che ci troviamo ad affrontare. Dobbiamo investire sulla formazione e su interventi straordinari per la tutela della salute; la qualità del lavoro, la sua valorizzazione e il contrasto alla precarietà anche attraverso i rinnovi contrattuali pubblici e privati delle lavoratrici e dei lavoratori. Poi  la centralità dei bisogni delle persone e del territorio, valore al lavoro e sfide globali, riconversione ecologica e ambientale, digitalizzazione. Tutte sfide necessarie per le quali ci faremo trovare pronti e in prima linea».

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