8 MARZO 2021

 

 

 

 

 

Piera, Lulijeta, Ilenia: tre donne uccise in due giorni. Avevano rispettivamente 38, 47, 37 anni.
Sono forse state uccise da una mano amica per “troppo amore”? Per loro non ci saranno altri compleanni, altri 8 marzo. Per loro non ci sarà alcun futuro.

Molte volte abbiamo detto “BASTA”, ma dobbiamo ammettere che noi tutti, uomini e donne di questa società in crisi di certezze e valori, non abbiamo fatto abbastanza per fermare questi odiosi, assurdi omicidi. 50 anni fa è stato abolito il delitto d’onore, ma sembra che alcune radici siano rimaste vive nel profondo di molti uomini.

L’Istat ci dice che nel 2020 (anno della pandemia) gli omicidi per crimine sono diminuiti del 19%, mentre i femminicidi sono aumentati del 5%; le richieste di aiuto ai centri antiviolenza, dopo il lockdown della scorsa primavera, sono aumentate del 79% a riprova dello stato di disagio e paura che molte donne vivono costrette alla convivenza forzata fra le mura domestiche.

Spesso abbiamo cercato di capire cosa agita la mente e la mano omicida di questi uomini, una mano sempre più feroce nel colpire, che a volte non si ferma nemmeno di fronte ai figli. Frustrazione, incapacità ad accettare un rifiuto, stereotipi, arretratezza culturale? Certamente un po’ di tutto questo, ma, con amarezza, dobbiamo constatare che lo sgomento e la denuncia non bastano e che le leggi, se non cambia l’approccio culturale, da sole non funzionano; le donne se minacciate non devono sentirsi isolate, debbono poter contare su aiuti concreti e veloci.

Alle madri chiediamo di educare i figli, in particolare i maschi, al rispetto dell’altro. Alle donne chiediamo di non accettare nemmeno uno schiaffo per “troppo amore” !!!
Anche la politica può e deve fare la sua parte, quindi al Professor Draghi, in questi giorni impegnato a dare indirizzo ai numerosi miliardi del Recovery Plan, chiediamo interventi concreti per affrontare questo tema sempre più preoccupante e non più rinviabile. Chiediamo più risorse per i centri antiviolenza, che non possono vivere di solo volontariato, chiediamo più ore nelle scuole di formazione ed educazione al rispetto di genere, più velocità nell’accoglienza e ricovero nei i casi più gravi.

Alla società chiediamo di fermarsi a riflettere sulla gravità e complessità dei fatti, andando oltre le notizie di cronaca che sembrano durare lo spazio di una diretta tivù perché la violenza sulle donne è una sconfitta per tutti.

Cremona, febbraio 2021

COLLETTIVE 365 Coordinamento Donne Cgil Cremona

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