COLLETTIVE 365

 

 

 

 

 

Apprendiamo che l’associazione Ora et labora ha programmato per il prossimo 17 febbraio un sit-in di preghiera davanti all’ospedale di Cremona per le donne “tentate” dall’aborto e quale “testimonianza (…) per tenere desta l’attenzione sul dramma dell’aborto diffuso e legalizzato”.

L’aborto in Italia è “legalizzato” sin dal 1978, con l’entrata in vigore della Legge 194 e, vogliamo ricordarlo, tale norma fu varata non per introdurre l’aborto, ma per togliere dalla clandestinità e dall’illegalità l’interruzione volontaria di gravidanza e per garantire a tutte le donne, la libertà (autodeterminazione) di scegliere, in sicurezza per la propria salute, di porre fine ad una gravidanza non voluta (entro il 3 mese e dopo un percorso di riflessione previsto dalla stessa Legge 194).

Nessuna donna è obbligata ad abortire, e, soprattutto, nessuna donna interrompe una gravidanza a cuor leggero! E’ sempre un dolore, una gran fatica del corpo e dello spirito.

L’interruzione volontaria della gravidanza, ricordiamolo a tutti, è un diritto che prescinde dall’ideologia, dalla religione, dall’orientamento politico, dall’etica e dalla morale. Così come la preghiera è un diritto, ma che non deve essere esercitato per, come in questo caso, “orientare” diversamente e pubblicamente chi, nella sofferenza, decide di abortire.

Piuttosto, non lasciamo sola nemmeno una donna che sceglie questo percorso! Ecco, se dovessimo pregare, lo faremmo per chiedere per ogni donna che sceglie di abortire di soffrire il meno possibile.

L’Italia è un Paese libero, democratico e laico! Pensiamo che un pubblico “sit-in di preghiera” davanti all’ospedale di Cremona sul tema dell’aborto (regolamentato da una Legge dello Stato!) non sia tanto un atto di Fede, quanto una scelta politica ben precisa e pertanto, dal nostro punto di vista, assolutamente censurabile.

Cremona, 16/2/2021

COLLETTIVE 365 Coordinamento Donne Cgil Cremona

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