Verso lo sciopero Laura Valenti, Segretario Generale Flc Cgil Cremona, spiega le motivazioni

Verso lo sciopero Laura Valenti, Segretario Generale Flc Cgil Cremona, spiega le motivazioni

«Non possiamo disinvestire»

Tra le motivazioni, il rinnovo dei contratti e la regolarizzazione del personale “Fondo dedizione”: trattamento inadeguato rispetto ai colleghi europei

La scuola sciopera. La data fissata è quella di venerdì 10 dicembre. A spiegare le ragioni e la situazione del setto‐ re scolastico è Laura Valenti, Segretario Generale Flc Cgil Cremona. Lo sciopero è sta‐ to indetto da Flc Cgil, Uil scuola, Gilda e Snals contro la legge di bilancio del governo Draghi.

Quali sono le ragioni dello sciopero?
«Questo avviene a causa di un atteggiamento del governo che, al di là della retorica della “scuola al centro”, umilia a tutti gli effetti il mondo della conoscenza. Dopo due anni di retorica sulla scuola pubblica il governo ha fatto una scelta molto precisa: disinvestire su tutto il personale della scuola. Dopo due drammatici anni di pandemia è diventato chiaro a tutte e a tutti quanto la scuola sia indispensabile per il nostro pre‐ sente e il nostro futuro, quanto sia importante nella vita di ogni giorno per le studentesse e gli studenti, quanto siano indispensabili tutte le diverse professionalità che vivono e operano in essa. La bozza di legge di bilancio non dà risposte sufficienti per contrastare le diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese: se serve stabilizzare il lavoro, si deve partire da sanità e scuola».

Eppure a maggio era stato sottoscritto il “Patto per la scuola al centro del Paese”.
«E’ un documento importante che contiene impegni precisi per il rilancio, la valorizzazione del personale scolastico e la promozione del protagonismo di tutte le componenti del mondo della scuola. Invece in questo quadro gli interventi che riguardano la scuola non solo sono lontani dai grandi investimenti più volte evocati ma sono un autentico schiaffo per un milione e due‐ centomila lavoratori e alle esigenze delle scuole».

Quali sono le maggiori criticità contro cui sciopererete?
«In primis il contratto scaduto con proposte di rinnovo irricevibili sia dal punto di vista normativo che economico: c’è un divario di 350 euro mensili da colma‐ re ma la legge di bilancio da 33 miliardi prevede poco più di 10 euro a testa in aggiunta agli 87 già stanziati. Non è stata prevista la proroga dei contratti per l’organico straordinario aggiuntivo (cosiddetto Covid) esteso anche al personale ATA, questo perché ad oggi le risorse sono state stanziate soltanto per il personale docente circa 300 milioni di euro come se non si sapesse che le risorse sono state utilizzate in gran parte per assumere collaboratori scolastici personale in‐ dispensabile per sorvegliare e sanificare gli edifici scolastici. Ciò vuol dire che a gennaio 2022 tutti i collaboratori scolastici, assunti per coprire l’emergenza sanitaria, si troveranno senza lavoro e le scuole sguarnite di questo personale. Non si parla di rafforzamento degli organici docenti e ATA per ridurre il numero delle classi».

Che giudizio date del cosiddetto “fondo dedizione”?
«E’ un fatto molto grave e che mostra la prospettiva ideologica di un governo tutt’altro che tecnico è la creazione di un fantomatico fondo dedizione, la legge di bilancio ne introduce pochissime e nel modo sbagliato (ad oggi non sappiamo chi stabilità i criteri e lo erogherà). Un fondo intitolato alla “dedizione” all’insegnamento che lascia basiti. Una definizione patetica che richiama la fallimentare stagione renziana, un insulto a chi lavora ogni giorno e ha dimostrato nella pandemia quanto sia centrale il lavoro a scuola per il Paese. E’ una invasione di campo da parte del Governo che, se non lo sa, dovrebbe solo limitarsi a stanziare le risorse e poi tramite l’atto di indirizzo dare indicazioni all’A‐ RAN (Agenzia negoziale governativa) per contrattarle con il sindacato, senza entrare pesantemente in campo addirittura per via legislativa. Da tempo or‐ mai abbiamo sollevato la questione dell’equiparazione degli stipendi dei docenti a quelli dei colleghi europei e a quelli dei pari grado degli altri settori pubblici: la risposta è la presa in giro degli “spiccioli a dedizione”».

C’è poi la questione relativa ai dirigenti scolastici.
«Si fa una operazione sbagliata e divisiva all’interno del mondo della scuola, dal momento che vengono spostate al personale dirigente della scuola risorse prima destinate ai docenti. Un insulto che fa il paio con un’altra trovata dell’ultimo secondo: quando nel motivare l’incremento dei fondi per la dirigenza venti milioni di euro spostati come scritto in premessa dal fondo dei docenti, si dice che l’intervento è motivato dal mancato supporto che riceverebbero i dirigenti dal resto del personale, e definire i dirigenti soli senza supporti nel‐ le loro gestione delle scuole, di‐ mostra la non conoscenza del settore; la scuola è collegialità e non si può con un tratto di penna far sparire figure come collaboratori del dirigente, dsga, assistenti amministrativi e tecnici, collaboratori scolastici».

Com’è invece la situazione relativamente ai concorsi?
«Non si affronta l’emergenza mobilità, con oltre 80 mila insegnanti vittime del blocco triennale e i DSGA vincitori di concorso bloccati dal vincolo quinquennale sulle sedi di immissione in ruolo, tutti costretti a lavorare lontano da casa, anche quando i posti su cui potersi trasferire ci sono e vanno a supplenza. Manca una soluzione per i facenti funzioni Dsga da anni impegnati nella direzione amministrativa delle scuole. Restano in un limbo insopportabile i percorsi di stabilizzazione dei docenti, la riforma, sempre rinviata, del reclutamento, incentrata sulla formazione in ingresso; restano scoperte 27 mila cattedre di sostegno dal prossimo anno».

Quali sono le vostre rivendicazioni?
«Mettere al centro delle scelte politiche la scuola, il valore pedagogico dell’educazione e del‐ l’istruzione, il valore della relazione umana all’interno della comunità educante, oltre ogni politica di asservimento al “capitale” e al capitale umano. Rivendichiamo il rispetto degli impegni as‐ sunti dal Governo e dal Ministro sottoscritti nel “patto per la scuola”: maggiori risorse per au‐ menti salariali dignitosi per tut‐ to il personale della scuola, pro‐ roga dei Contratti a tempo deter‐ minato “Covid” ai Collaboratori Scolastici, risorse per la valorizzazione professionale docente, risorse per la riclassificazione dei profili del personale ATA, il Concorso riservato ai Facenti Funzione Dsga, la riduzione de‐ gli alunni per classe. E’ il mo‐ mento di rivendicare ciò che è giusto. Sappiamo che c’è tanta sfiducia, due anni di pandemia non hanno cambiato la situazione, ma questo paese non si cambia da solo. La scuola, anche e soprattutto nella difficile fase che stiamo vivendo, ha rappresenta‐ to e rappresenta un pilastro essenziale per la tenuta sociale e democratica del nostro Paese»

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