La ripresa si vede, ma… – Intervista a Armando Generali, Segretario Generale FIOM-CGIL Cremona

L’intervista Armando Generali, Segretario della Fiom-Cgil, fa il punto sul metalmeccanico

La ripresa si vede, ma…

«Preoccupano soprattutto l’aumento dei prezzi delle materie prime, i ritardi nella consegna della componentistica e l’annunciato sblocco dei licenziamenti»

 

Armando Generali, Segretario Generale della Fiom-Cgil di Cremona fa il punto sul settore metalmeccanico nella nostra provincia dopo un anno di pandemia, ma anche con diverse partite aperte a partire dalle contrattazioni sia a livello nazionale che territoriale, senza dimenticare il possibile sblocco dei licenziamenti.

Dopo un anno di pandemia com’è la situazione in provincia di Cremona? 

«La situazione nella nostra provincia in generale sembra sotto controllo, il settore sta reagendo abbastanza bene, ad oggi le casse integrazioni aperte non sono tante e in alcune di queste si sta utilizzando l’ammortizzatore per cause legate a dei ritardi dei fornitori nell’invio di componentistica necessaria per assemblare i prodotti, più che da una carenza vera e propria di ordinativi. Un tema preponderante che emerge in questi primi mesi del 2021 è un aumento dei costi delle materie prime, che in alcuni casi addirittura raddoppiano il loro valore, portando meno marginalità e in alcuni casi alla perdita di commesse per mancanza di competitività sul mercato quindi andrà monitorata la situazione in ottica di secondo semestre dell’anno».

Ci sono situazioni di rischio per l’occupazione sul nostro territorio? 

«Ad oggi purtroppo, abbiamo assistito la chiusura di una azienda nel casalasco di 19 dipendenti e stiamo monitorando un’altra situazione in una azienda del cremasco di 15 dipendenti fortemente in crisi, per il resto non abbiamo segnali di una preoccupazione diffusa sul tema occupazionale in quanto le industrie e le piccole industrie nel 2021 hanno utilizzato poco la cassa integrazione e in parecchie realtà si sta lavorando con buone prospettive di mercato per l’anno in corso. Questo però non ci deve far abbassare la guardia perché i problemi ci sono e come accennato sopra sono legati a difficoltà di consegna della componentistica e a un aumento delle materie prime con conseguenti fermi produttivi. Poi c’è tutto il settore artigiano da tenere sotto la lente di ingrandimento e che a seguito di un imminente decadere del blocco dei licenziamenti potrebbe generare perdite di posti di lavoro».

Allo studio da parte del Governo c’è lo sblocco dei licenziamenti: qual è la posizione del sindacato a riguardo e che ripercussioni avrebbe in provincia? 

«Il governo sta pensando ad uno scambio tra sblocco dei licenziamenti e decontribuzione per i nuovi assunti in disoccupazione, per noi un errore gravissimo, non è accettabile una soluzione di questo tipo, la proroga del blocco dei licenziamenti va fatta per tutelare l’occupazione poi si deve mettere in atto al più presto una riforma seria degli ammortizzatori sociali con l’inserimento di un ammortizzatore sociale universale in grado di tutelare tutti in modo più efficace e immediato. se poi si vuole procedere con la decontribuzione questa dovrà essere data per occupazione stabile e non a pioggia. Vorrei ricordare che i lavoratori sono stati strategici ed essenziali durante l’emergenza a loro veniva chiesto il sacrificio di andare a lavorare nonostante la gravità del momento, poi passata quella fase non gli si riconosce né diritti normativi né salariali, da parte mia una situazione del genere non è tollerabile e penso che il governo deve cambiare impostazione per rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro paese. Ripercussioni nella provincia come metalmeccanici probabilmente sono basse ma di sicuro in senso generale e in altri settori saranno pesanti nel nostro territorio e nella nostra regione».

A che punto sono i rinnovi dei contratti nazionali? 

«In febbraio abbiamo concluso la trattativa sul rinnovo del contratto dell’industria, approvata nelle assemblee che si sono concluse il 15 aprile con un voto favorevole del 95 % delle lavoratrici e dei lavoratori, un risultato importante che centra l’obbiettivo sia del miglioramento economico che quello normativo in un contesto difficile a causa del covid‐19 con un aumento economico di 112€ al 5 livello in 4 parti in un periodo di 40 mesi. La contrattazione ha di fatto raddoppiato il dato inflattivo previsto per il periodo di vigenza e dal punto di vista normativo, si rivede l’inquadramento professionale che era fermo dal 1973 che ci darà la possibilità di discutere con i nuovi criteri introdotti per un miglior inquadramento professionale rispetto al passato. La trattativa per il contratto della piccola e media impresa è ancora in piena fase di discussione, mentre sembra più avanzata quella del rinnovo delle cooperative dove per il 31 maggio le parti sono convocate per provare a chiudere la trattativa. Siamo in attesa di uno sblocco della trattativa anche del settore dell’artigianato scaduto oramai da due anni e che è ancora in fase di discussione».

Sul territorio come sta procedendo la contrattazione di 2° livello? 

«Il 2021 si è aperto con la conclusione nel mese di marzo della trattativa in Acciaieria Arvedi portando di fatto un rinnovo contrattuale a più di 1.600 dipendenti così come si è conclusa anche la contrattazione aziendale della Carlo Colombo, ad oggi sono ancora tanti i tavoli aperti e altrettanti si apriranno nei prossimi giorni nelle aziende del territorio e solo per citarne qualcuna siamo nel pieno del rinnovo in Ilta inox in Wonder e a giorni apriremo in IPC ‐Soteco, Maschio e Bettinelli con l’auspicio e la convinzione di chiudere in modo positivo tutte le trattative aperte e che si apriranno. Come Fiom –Cgil Cremona siamo firmatari in 66 aziende del territorio e tocchiamo più di 8 mila addetti con la contrattazione di 2° livello questo lo facciamo in alcune aziende da soli e in altre con Fim‐ Cisl e Uilm‐Uil territoriali».

 

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