La maggioranza del Consiglio Regionale impedisce lo svolgimento del referendum sulla sanità.

Siamo di fronte, oggi, all’ennesima ingiustizia perpetrata dalla maggioranza di governo di Regione Lombardia sulla Sanità. È per noi evidente la volontà di Regione Lombardia di mantenere un sistema sanitario nel quale per curarsi bene e per tempo si è troppo spesso costretti a pagare, creando di fatto disuguaglianze economiche inaccettabili e lontane dallo spirito egualitario della Costituzione Italiana.

L’obiettivo del Comitato Promotore, tra cui la CGIL, era quello di consultare i cittadini lombardi per abrogare i passaggi della Legge Regionale sulla Sanità che introducono «l’equivalenza e la parità» tra la sanità privata e pubblica attraverso la messa a disposizione degli elettori lombardi di un referendum, strumento di democrazia diretta, per iniziare un percorso di rafforzamento della sanità pubblica, unica strada per noi utile a garantire sia un accesso ugualitario alla cura, sia un ruolo efficace alla prevenzione.

La maggioranza di governo lombardo lo scorso 12 settembre si è però rifiutata di sottoporre al voto dei cittadini le scelte attraverso le quali ogni giorno viene ulteriormente smantellato il Servizio Sanitario regionale: ci pare del tutto evidente la volontà di questa maggioranza di voler dare spazio agli interessi delle aziende private sanitarie.

Abbiamo sempre sostenuto e continueremo a sostenere l’idea di una sanità pubblica accessibile a tutti, invece in questi quarant’anni abbiamo assistito alla sostanziale demolizione dei servizi socio-sanitari territoriali spostando quindi il tema della salute da questione pubblica a soluzione individuale e per chi può permetterselo.

È inaccettabile pensare che il nostro Paese sia al sedicesimo posto in Europa per spesa sanitaria pro-capite, ma a fronte di ciò abbiamo un governo nazionale che ha deciso per un ulteriore definanziamento della spesa sanitaria: così, lo ribadiamo, sono a rischio la tenuta del sistema e la salute degli italiani. Noi chiediamo con forza, a partire dalla prossima legge di Bilancio, l’aumento di spesa per almeno 5 miliardi l’anno per i prossimi 10 anni per il potenziamento dei necessari servizi di prevenzione, ospedalieri e territoriali, al fine di garantire a tutte e tutti il diritto alla salute e frenare il processo di privatizzazione del SSN.

È indispensabile ridurre gli estenuanti tempi di attesa che talvolta portano alla rinuncia alle cure ed alla prevenzione e allo stesso tempo è necessario investire seriamente, non solo a parole, sul personale sanitario.
Anche per questi motivi il prossimo 7 ottobre la CGIL e oltre un centinaio di Associazioni, tra le quali ACLI, ARCI, ANPI, Libera contro le mafie, saranno in piazza a Roma.

Maria Teresa Perin
Segretaria CGIL Cremona con delega al welfare

Elena Curci
Segretaria Generale CGIL Cremona

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