Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro. Presidi a Cremona e Milano il 31/05

“Da Regione Lombardia, dalle associazioni datoriali e dalle aziende pretendiamo un’azione concreta e condivisa di prevenzione degli infortuni e delle morti sul lavoro!”

 

 

 

Il 2020 è stato un anno particolare, il rallentamento o addirittura il fermo produttivo causa pandemia è sotto gli occhi di tutti. ( l’ anno scorso complessivamente si sono perse circa 5 miliardi di ore di lavoro ).

Nonostante questo i dati che ci vengono consegnati sono preoccupanti!

554.340 denunce d’infortunio sul lavoro; 1.270 con esito mortale, 13 incidenti plurimi per un totale di 27 decessi.

Nel periodo gennaio-dicembre 2020 si è registrata una diminuzione del 13,6% delle denunce di infortunio sul lavoro, pari a oltre 87mila casi in meno (554.340 casi rispetto alle 641.638 del 2019). Ma ad influenzare la flessione è stato solo l’andamento registrato nei primi nove mesi del 2020 (-21,6% rispetto all’analogo periodo del 2019), mentre nell’ultimo trimestre 2020, praticamente dopo l’estate e quindi quando quasi tutte le attività hanno ripreso a pieno regime, si registra un incremento delle denunce del 9,1%, rispetto all’analogo trimestre 2019. Se si prendono in considerazione solo industria e servizi l’incremento nell’ultimo trimestre è del 45,6%.

Alto dato che ci deve far riflettere e che evidenzia quelle categorie di lavoratori che più di altri sono stati in prima linea in questo anno di Covid, sono i dati legati al genere. Gli infortuni maschili sono in calo del 22,1% mentre quelli femminili crescono del 1,7%. Questo perché il genere femminile ricopre soprattutto quelle professionalità che nei mesi scorsi sono state in prima linea. ( Sanità, assistenza alla persona, pulizie, addetti alla grande distribuzione, ecc….)

Altro dato che ci deve far riflettere sul nostro sistema di prevenzione è il comparto sanità dove nel 2020 c’è stato un incremento di infortuni del 206% con punte del 750% a Novembre. Casi dovuti in maggioranza ad infezioni da COVID_19.

Per quanto riguarda gli infortuni mortali il 2020 è stato un anno drammatico, 1270 morti contro i 1089 nel 2019 con un incremento del 16,6%. In merito a morti sul o per il lavoro la nostra provincia è stata una delle province con un incremento maggiore, nel 2019 avevamo avuto 7 casi mortali nel 2020 ne abbiamo avuti 28 con un incremento del 300%.

Purtroppo causa di questa escalation è stato in buona parte il contagio da Covid-19.

Arrivando al 2021 ed ai dati del primo trimestre di quest’anno si registra ancora un calo di denunce di infortunio rispetto al primo trimestre 2020. Ma c’è già un campanello di allarme perché complessivamente, nel primo trimestre, c’è sicuramente un calo del 1,7% passando da 130.905 del 2020 ai 128.671 casi del 2021, ma ciò è la sintesi di un gennaio/febbraio con un -12% ed un marzo con un +35%.

Con la conferma inoltre che la strage nei luoghi di lavoro non si ferma perché nel primo trimestre del 2021 i morti sul lavoro sono aumentati dell’ 11,45% rispetto al 2020 passando da 154 a 185 morti.

Alla luce di questi dati a dir poco scioccanti, come cittadini, lavoratori, sindacalisti non possiamo stare a guardare, si deve reagire e far si che tutto questo finisca!!!!

Il LAVORO deve tornare ad essere un orgoglio e non la via per la morte!

Dal 20 Maggio, data storica essendo il giorno della pubblicazione della Legge 300 “ Statuto dei Lavoratori “, nei luoghi di lavoro e nelle piazze i lavoratori si stanno ritrovando in assemblee e presidi per costringere il Governo e tutto il Paese a riflettere sul drammatico bilancio delle morti sul lavoro.

Bisogna fermare questa strage, siamo difronte ad una contraddizione, ci sono meno ore di lavoro, perché la pandemia non ci molla, ma nei luoghi di lavoro si continua a morire come si moriva cinquant’anni fa!

E’ il momento di un grande accordo, di un intervento legislativo che coinvolga imprese, sindacati ed istituzioni. Bisogna agire sulla prevenzione per evitare che la gente, lavorando, debba morire.

Chiediamo che il personale addetto ai controlli ( ispettorato del lavoro, medicina del lavoro ) venga incrementato in modo che possano fare i controlli adeguati e nei tempi adeguati. ( nel 2010 erano quasi 6000 addetti nel 2020 sono poco più di 2000 )

Chiediamo il rispetto delle norme attuando gli accordi interconfederali ed i protocolli in merito alla sicurezza.

L’istituzione in ogni luogo di lavoro del Rappresentante dei Lavoratori sulla Sicurezza che condivida col datore di lavoro il piano sulla sicurezza ed in coesione con la RSU partecipi all’organizzazione del lavoro.

Dobbiamo far si che la cultura della sicurezza entri nel “DNA” di ogni italiano promuovendola sin dalla scuola dell’obbligo. Che la formazione non abbia mai fine e diventi permanente per tutta la vita lavorativa sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.

Dobbiamo far si che i fondi del PNRR che arriveranno alle aziende siano vincolati al rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza.

Basta alla continua richiesta di semplificazioni in merito agli appalti perché questo vuol sempre dire condizioni peggiori per i lavoratori.

Il lavoro è molto ma l’importanza di questo argomento non ci farà demordere e non ci fermeremo difronte a muri che potranno essere eretti, siano questi politici o imprenditoriali.

Continueremo a dire la nostra e a portare proposte come abbiamo fatto oggi davanti al Parlamento, come abbiamo fatto nei giorni scorsi e come faremo nei prossimi.

Vi diamo appuntamento lunedì 31/05/2021

  • a Cremona davanti alla Prefettura dalle ore 09.30 con un presidio organizzato da FIM-FIOM-UILM Cremona

  • a Milano davanti a Palazzo Lombardia dalle ore 10.00 con un presidio organizzato da CGIL-CISL-UIL Lombardia

 

Massimiliano Bosio, segreteria CGIL Cremona con delega alla sicurezza

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