Cavergiver e assistenza agli anziani “Districarsi non è facile. Meglio chiedere un aiuto”

Cavergiver e assistenza agli anziani

“Districarsi non è facile. Meglio chiedere un aiuto”

Intervista di Mondo Padano a Palmiro Crotti

La più nota è la legge 104/92 ovvero la cosiddetta «legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili», che regola le agevolazioni lavorative, quelle per i genitori e quelle fiscali. Poi c’è l’indennità di accompagnamento e di frequenza per chi venga riconosciuto invalido al 100%. I più ferrati in materia conoscono magari anche la «Misura B1 per il sostegno alla disabilità gravissima» con l’erogazione di buoni mensili e la «Misura B2 per il sostegno alle persone in condizione di disabilità grave e di non autosufficienza» con interventi di sostegno e supporto, per garantirne la piena permanenza al proprio domicilio.
Ma le normative vigenti relative a questo delicato ed importante comparto sono, in realtà, tantissime, almeno una sessantina. Lo Spi-Sindacato Pensionati Italiani della Cgil ha messo a punto tre anni fa un validissimo «Quaderno dei diritti del cittadino per l’accesso ai servizi socio-sanitari lombardi», che in 154 pagine riepiloga tutto, dal Servizio Assistenza Domiciliare all’Assistenza Domiciliare Integrata, dalle dimissioni protette alle cure domiciliari, dall’invalidità civile alla cronicità… E non mancano indicazioni specifiche per diabetici, dializzati, malati di Alzheimer ed oncologici. Riassumere un simile ginepraio di regole nazionali, regionali, in alcuni casi addirittura municipali, tra codici e codicilli, è praticamente impossibile.
Per questo lo Spi-Cgil, che conta 18 mila cremonesi iscritti ed un centinaio di sportelli in tutta la provincia, offre un’importante attività di ascolto e di indirizzo alle persone anziane, fragili e disabili ed ai loro familiari, come spiega Palmiro Crotti, a lungo membro della Segreteria Spi, dove oggi è volontario con delega sul settore socio-sanitario.

Essere ben informati è molto importante, vero?
Certo, molti non sanno neppure quali aiuti siano disponibili e ricorrono ai servizi del territorio solo quando si trovano ormai in estrema difficoltà, il che non aiuta. A volte nemmeno si esauriscono le risorse messe a disposizione, proprio perché la gente non fa richiesta di sostegni, che consentirebbero invece di evitare l’immissione in una struttura, favorendo piuttosto la domiciliarità ed un risparmio globale del sistema. Analizzando le statistiche disponibili, potremmo immaginare almeno 30 mila caregiver a vario titolo operanti nella nostra provincia. Ma molti ostacoli potrebbero esser superati anche solo grazie ad una corretta informazione di prossimità e ad efficaci reti sociali.

Come aiutare il richiedente?
Abbiamo quattro step di intervento: informare, indirizzare, seguire i percorsi, raccogliere i dati e modulare l’attività negoziale. Seguiamo i richiedenti con due strumenti, di cui ci siamo dotati: lo Sportello Sociale e la «Calcolatrice dei Diritti», che, con l’Isee e poche domande, consente di sapere a quali e quante misure concrete, tra le sessanta disponibili, si abbia diritto, dalla casa alle agevolazioni economiche, dall’esenzione dai ticket ai bonus, dalla pensione alle prestazioni socio-sanitarie. Una volta fatto questo, diciamo dove andare e che percorso fare, chiedendo a distanza di tempo se sia andato tutto a buon fine e come. Raccogliere i dati ci serve poi per modulare l’attività negoziale, essendo come sindacato ai tavoli di Comuni, Ats e Piani di Zona.

Insomma, non una presa in carico, bensì un importante ruolo di “regia” e di supporto. Per non smarrirsi tra norme e regolamenti…

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