Ridare valore al lavoro. Intervista di Mondo Padano a Elena Curci.

L’intervista Le sfide che attendono l’impegno di Elena Curci, neosegretario Cgil di Cremona

Ridare valore al lavoro

Netto cambio di priorità: conciliare di più vita familiare e occupazione Capitolo contratti: diversi rinnovi, ma ora «lavoriamo a quello della sanità»

«Una crisi che per il nostro paese è diventata una problema. Parlo di quella occupazionale. La precarietà aumenta sempre di più. Anche nella nostra provincia, si registra un aumento dei contratti, ma a tempo determinato. Le persone che vengono maggiormente penalizzate sono i giovani, le donne e gli stranieri. Spesso assistiamo a contratti pirata o, per le donne, a part time involontari».
Lo afferma Elena Curci, eletta lo scorso marzo, a larghissima maggioranza, nuovo segretario generale della Cgil Cremona: «Bisogna ridare valore al lavoro. Tutti questi temi sono emersi ancora una volta nell’ultimo periodo. L’Europa oltretutto ha deliberato sul salario minimo. L’analisi degli ultimi anni ci porta a dire che il lavoro è stato svalorizzato».

Quali sono i problemi maggiori affrontati in questo momento da aziende e famiglie?
«L’aumento dei costi energetici è un fattore che ha inciso e sta incidendo in maniera pesante. Parlo in generale di caro energia e ci metto dentro anche il costo della benzina. Oggi dobbiamo fare i conti con una inflazione che ha toccato la soglia dell’8%. Tante famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese. Oltre alle bollette sono aumentati i prezzi dei beni di prima necessità, anche di quelli alimentari. Stipendi e pensioni non sono state adeguati. Tanti contratti non sono stati rinnovati. Altri, fortunatamente, lo sono stati e hanno tenuto conto dell’inflazione. Questo è insostenibile, non va. Se parliamo ancora di lavoro, altri aspetti mai toccati, sono quelli della legalità e della sicurezza sul luogo di lavoro».

Qual è la fotografia sul territorio cremonese?
«Queste problematiche sono trasversali, toccano tutti e quindi anche il nostro territorio. L’ultimo osservatorio del mercato del lavoro, fatto con la Provincia e gli uffici di collocamento, pone l’accento sul concetto di precarietà. Assistiamo, anche nel cremonese, ad un numero elevato di dimissioni. Difficile fare una analisi completa, perché bisognerebbe capire se vi è stata una preoccupazione. Come CGIL, però, questo fenomeno lo tocchiamo con mano tutti i giorni. Da noi tante persone vengono a chiedere un servizio proprio per formalizzare le dimissioni. C’è chi, ovviamente, lo fa con l’idea di cambiare lavoro. In generale, però, credo che la pandemia ci abbia portata ad una visione differente del mondo del lavoro».

Cosa intende?
«Sempre più persone hanno come obiettivo quello di conciliare, meglio di prima, vita famigliare e lavoro. Lo stiamo riscontrando. Le priorità sono cambiare. La pandemia ci ha portata a ripensare alla nostra vita. Il nostro territorio oltretutto è stato colpito molto duramente ed il Covid non ci ha ancora lasciato».

Capitolo crisi di Governo. Come inciderà secondo lei?
«Bisognerà capire quali saranno le ripercussioni a livello nazionale per capire poi le ricadute sui territori. Il nostro, dal mio punto di vista, ha lavorato e sta lavorando molto bene. Se pensiamo, per esempio, ai fondi del PNRR, sono arrivati e stanno arrivando. Comuni e Provincia hanno utilizzato risorse, miglioramenti ce ne sono stati tanti. È un ottimo lavoro, che conferma come il territorio cremonese sia efficiente ed operoso, al netto di alcune difficoltà che non dipendono dalle amministrazioni. Tornando alla crisi di Governo, abbiamo già dei tempi ed una data per le elezioni. Speriamo si formi un nuovo Governo e si metta subito al lavoro per il bene del nostro Paese».

Parliamo di contratti.
«Diversi sono stati rinnovati, si sta lavorando per esempio per quello della sanità. Gli ultimi rinnovati hanno tenuto conto, con nostra soddisfazione, dell’aumento dell’inflazione. Parlo per esempio di quello di energia-petrolio, nella categoria dei chimici. Siamo soddisfatti perché si è trovato un accordo che va nella direzione dell’aiuto ai lavoratori. Oggi esistono due mondi paralleli: da una parte la politica che ha aperto una crisi di Governo, dall’altra c’è il mondo del lavoro e delle sue rappresentanze, che non si è mai fermato. Tutti insieme stiamo cercando di dare risposte concrete ai lavoratori».

Che momento vive, invece, la Cgil?
«Mi sento di dire che in questi anni il sindacato è sempre stato presente. Durante la pandemia, insieme agli altri sindacati, abbiamo costruito, dialogando con i datori di lavoro, un protocollo per la salute e sicurezza per far fronte a questa emergenza. La nostra risposta è sempre stata tempestiva. Anche in questa crisi lo facciamo: siamo scesi in piazza a Roma lo scorso 18 giugno, toccando temi come lotta alla precarietà, riforma fiscale, riforma delle pensioni, superamento della legge Fornero. Chiediamo il salario minimo di legge legato ai contratti nazionali, chiediamo da anni una legge sulla rappresentanza. Vogliamo eliminare i contratti pirata. Ma parliamo anche di scuola e sanità, dove non sono stati fatti investimenti. Pensiamo in particolare a chi, in questo momento, ha bisogno».

È anche stagione di congressi.
«Il diciannovesimo a livello nazionale, il decimo territoriale della camera del lavoro di Cremona. Due momenti importanti, per i quali avevamo individuato le date, che per il momento sono in stand by, perché non sapevamo quando ci sarebbero state le elezioni».

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