Ospedale Oglio Po: ulteriore sentenza di condanna nel 2026?
Torniamo a parlare dell’Ospedale Oglio Po, un presidio che — nonostante a parole venga definito “centrale” dalla Direzione — nei fatti continua a essere condannato a una lenta agonia, con il rischio concreto di un’ulteriore sentenza dolorosa nel 2026.
Sì, perché mentre attendiamo l’incontro promosso dal Prefetto di Cremona per il 15 dicembre 2025, nel quale si sarebbe dovuto fare il punto sulla situazione, abbiamo casualmente appreso con sorpresa e indignazione di nuovi annunci online per la ricerca di infermieri e di un coordinatore infermieristico da parte di soggetti privati, incaricati di appaltare (diciamolo chiaramente) interamente il reparto di Medicina Generale. La Direzione ha cercato di minimizzare, parlando di “mandati esplorativi”, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti.
Negli ultimi anni, infatti, l’Oglio Po è stato oggetto di un vero e proprio smantellamento progressivo: accorpamento di chirurgia e ortopedia, chiusura del punto nascite, riduzione dei posti letto in Medicina Generale (da 60 a 48), appalto del servizio OSS, le “montagne russe” che hanno interessato il reparto di Cardiologia e la soppressione dell’attività chirurgica di Senologia, giustificata da indicazioni regionali e nazionali.
Pur riconoscendo le difficoltà di reclutamento di personale sanitario a livello nazionale, non possiamo tacere l’assenza di politiche serie di attrattività e di fidelizzazione del personale da parte della ASST, né la mancanza di un vero coinvolgimento degli attori locali, a partire dai sindaci del territorio.
Non bastano i concorsi: servono contratti dignitosi (non come quello sottoscritto da altre Organizzazioni Sindacali il 27/10/2025), condizioni di lavoro sostenibili e un chiaro impegno politico per difendere la sanità pubblica.
È inaccettabile che la Direzione continui a dichiarare di non voler informare le Organizzazioni Sindacali e i dipendenti sul futuro dell’Oglio Po “perché non vi sono ancora certezze”.
Non è credibile.
È evidente che il Direttore Generale intenda procedere verso ulteriori appalti, come più volte dichiarato tramite giochi di parole, e che non stia perseguendo l’interesse pubblico, cedendo progressivamente pezzi di sanità pubblica al privato.
Abbiamo già denunciato, in ogni sede, la nostra contrarietà.
Il Direttore Generale — che oggi appare più impegnato a promuovere la costruzione del nuovo ospedale di Cremona o a presenziare alle cerimonie di donazione di enti e associazioni — deve essere consapevole che un’ulteriore esternalizzazione di un reparto fondamentale all’Oglio Po rappresenterebbe un fallimento del mandato pubblico di cui è investito.
Chi guida un’Azienda Sanitaria pubblica non può restare indifferente di fronte al progressivo e sistematico depotenziamento di un presidio che garantisce assistenza a un intero territorio.
Accogliamo positivamente la notizia della riattivazione dei quattro posti letto della UCC (Unità di Cura Cardiologica) dal 1° novembre, ma questo non basta a nascondere le enormi criticità che restano aperte.
Siamo inoltre fortemente preoccupati per la situazione del laboratorio analisi e del centro trasfusionale, dove i prossimi pensionamenti, uniti alla carenza nazionale di tecnici, rischiano di diventare il pretesto per trasferire tutte le attività a Cremona, privando l’Oglio Po di un altro servizio essenziale.
Nel frattempo, il personale è allo stremo: ferie ridotte, carichi di lavoro insostenibili, rischi concreti per la qualità dell’assistenza e per la sicurezza dei pazienti.
Comprendiamo la difficoltà del momento, ma non accettiamo la rassegnazione.
Invitiamo la cittadinanza, le lavoratrici, i lavoratori, i sindaci e tutte le forze del territorio a unirsi nella difesa dell’Ospedale Oglio Po.
È giusto che la popolazione sappia quali altri scempi si stanno preparando — perché difendere l’Oglio Po significa difendere il diritto alla salute di tutte e tutti.
Cremona, 29 ottobre 2025
Luca Dall’Asta
Segretario Generale FP CGIL Cremona