Atipici, quali tutele? Intervista a Giulio Gennari, Segretario Generale NIDIL CGIL Cremona

L’intervista Giulio Gennari, laureato in Economia dell’Internazionalizzazione, è il nuovo segretario NIDIL Cgil

Atipici, quali tutele?

Tanti i nodi da affrontare: la somministrazione lo strumento più attivo ma manca il rinnovo del Ccnl. Nuovo obiettivo: più ascolto del territorio

Passaggio di testimone, lo scorso 26 marzo, per NIDIL, Nuove Identità del Lavoro, una categoria, oggi, «sempre più impegnata a tutelare le nuove forme di lavoro come somministrati e autonomi», come spiegano dalla CGIL. Giulio Gennari è stato infatti eletto nuovo Segretario Generale della categoria con il 100% dei voti. Gennari, che riceve dall’organizzazione sindacale «tantissimi auguri per il nuovo incarico», succede dunque a Monia Castelli cui va «un grande ringraziamento per la dedizione, l’impegno e la forza con cui ha saputo svolgere in questi anni il ruolo di Segretaria Generale per NIDIL», come evidenziano sempre dalla CGIL. Gennari, 32 anni laureato in Economia dell’Internazionalizzazione, ha iniziato il proprio percorso in CGIL non appena terminati gli studi universitari, collaborando ad un progetto sulla contrattazione di secondo livello dei metalmeccanici, per poi passare al patronato INCA dove si è occupato principalmente di pratiche di sostegno al reddito e dei servizi per migranti. «Credo – ha spiegato  che molti elementi del lavoro che ho svolto fino ad ora in CGIL convoglino proprio in questa categoria». Nonostante sia un’esperienza nuova, il giudizio sull’operato di chi l’ha preceduto è senz’altro positivo: «Colgo con grande entusiasmo questa nuova opportunità proseguendo con il percorso tracciato da Monia a cui faccio i miei migliori auguri». Oggi dunque raccoglie la sfida di un comparto che si propone di organizzare e rappresentare le lavoratrici e i lavoratori atipici, ovvero chi lavora senza tutele o con tutele poco esigibili. Le principali forme di lavoro seguite da NIDIL sono il lavoro in somministrazione, la collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), la collaborazione occasionale, l’associazione in partecipazione e le partite IVA individuali. Il neo segretario generale analizza dunque la situazione trovata al momento del suo arrivo, consapevole delle difficoltà che si troverà ad affrontare.  

Che situazione trova nel comparto di cui dovrà occuparsi? 

«Il passaggio al NIDIL è avvenuto in un momento molto delicato, sono in corso infatti due importanti partite riguardanti i lavoratori in somministrazione, alcuni in forza nei centri per l’impiego e altri presso il Ministero dell’interno, per i quali non è previsto il rinnovo del contratto e non stanno arrivando risposte concrete in merito al loro futuro. Ciò che però emerge dalla precarietà di questi rapporti di lavoro è la mancanza di attenzione verso alcuni compartimenti che invece, dovrebbero essere assolutamente valorizzati e rafforzati, soprattutto in un momento storico come questo». 

A livello occupazionale come sta il territorio cremonese? 

«La somministrazione di lavoro al giorno d’oggi è lo strumento più attivo per l’inserimento nel mercato del lavoro. Allo stesso tempo è, però, frastagliato da contratti  spesso troppo brevi e talvolta prorogati nel tempo senza una prospettiva di stabilizzazione. I dati sullo stato occupazionale sono poco rilevanti se non si analizzano nello specifico la natura e la durata dei contratti».  

Quali sono le maggiori difficoltà che vi troverete a gestire? 

«Per noi la difficoltà maggiore è quella di riuscire ad unire un comparto lavorativo così precario, l’intercetto all’interno delle aziende o comunque sul territorio non è così immediato e spesso avviene quando è troppo tardi per poter essere efficace. Inoltre, non sono rare le occasioni in cui i datori di lavoro penalizzano i lavoratori precari che cercano di esercitare i propri diritti sindacali». 

Quali ritiene siano le prossime sfide da affrontare? 

«Quest’anno si affronta il rinnovo del CCNL per la somministrazione e nel 2023 seguiremo gli effetti della riforma dello sport. Inoltre rivolgeremo l’attenzione verso quelle forme di lavoro autonomo che ancora necessitano di una regolamentazione nei rapporti verso i committenti e che richiedono sicuramente maggiori tutele». 

Quali obiettivi si pone per il suo mandato? 

«E’ un’esperienza tutta nuova per me, la categoria, sicuramente più trasversale rispetto le altre. E’ stata ben gestita in questi ultimi anni e quindi vorrei sicuramente consolidarne la struttura e possibilmente provare ad aumentarne la capacità rappresentativa, accogliendo dal territorio quelle che possono essere le diverse esigenze, in continua evoluzione, delle categorie di lavoratori che nello specifico seguiamo». 

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