Protesta sul nuovo bando Home Care Premium HCP – Assistenza domiciliare
In questi giorni, in diverse Regioni, numerosi Ambiti Territoriali Sociali (ATS) hanno espresso forte contrarietà alle modifiche introdotte dall’INPS con il Bando HCP 2025/2028 “Assistenza domiciliare”. Le nuove disposizioni rischiano di avere pesanti ricadute negative sulle attività degli ATS convenzionati, ai quali viene sottratta la funzione di coordinamento degli interventi sociali territoriali, e prevedono la cancellazione di alcune prestazioni integrative sociali – già oggi carenti e quindi più necessarie – sostituendole con prestazioni sanitarie svolte da professionisti privati. Inoltre, viene meno il Piano di Assistenza Individualizzato (PAI) e il ruolo degli ATS nella verifica dell’appropriatezza delle prestazioni.
Le ragioni di questa protesta riflettono le critiche già espresse dallo Spi Cgil all’INPS. In particolare, contestiamo tre aspetti fondamentali:
- La radicale modifica della natura delle prestazioni integrative – interventi di natura sociale a sostegno della domiciliarità, come i servizi socio-assistenziali svolti dagli OSS, i servizi di sollievo ai caregiver, l’accesso ai centri diurni ed extra-domiciliari, i servizi di trasporto assistito e la fornitura di ausili – che in passato hanno dato risposte concrete ai bisogni socio-assistenziali delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, oggi sostituiti da prestazioni sanitarie (alcune in sostituzione dei LEA) affidate a professionisti privati.
- L’eliminazione delle anticipazioni monetarie, che penalizza in particolare le famiglie più fragili, spesso impossibilitate ad anticipare le spese in attesa del rimborso.
- La marginalizzazione del ruolo pubblico di garanzia a favore degli utenti, tradizionalmente svolto dagli ATS.
Particolarmente grave è anche l’impatto occupazionale derivante dalla decisione dell’INPS di non ricorrere più, attraverso gli ATS, ai servizi erogati da cooperative ed enti del Terzo Settore.
Riteniamo indispensabile attivare sinergie con i livelli istituzionali e con tutti gli attori sociali che condividono la nostra richiesta di modifica del bando, sensibilizzando i Sindaci dei Comuni capofila d’Ambito, gli ANCI regionali, gli Assessori regionali alle Politiche Sociali, nonché i Parlamentari eletti nei territori, affinché intervengano presso l’INPS e i Ministeri competenti (MLPS e MEF) per chiedere una revisione del bando.
Quanto sta accadendo è inaccettabile, anche perché il Fondo Credito è finanziato esclusivamente dai contributi dei lavoratori e pensionati pubblici iscritti: parliamo di un bando rivolto a 35mila potenziali beneficiari. Con le decisioni assunte dall’INPS, le prestazioni e i costi non più coperti dal bando ricadranno interamente sui Comuni.