80 anni di Liberazione dal nazifascismo
Dobbiamo continuare ad essere partigiane e partigiani
Festeggiare il 25 Aprile non significa solo rendere onore a una ricorrenza, significa tenere vive le radici più profonde della nostra democrazia e della nostra Repubblica.
Radici che trovano il loro fondamento nella Resistenza, nelle stesse lotte delle lavoratrici e dei lavoratori contro l’oppressione nazifascista.
A Cremona, come in tante altre città del Paese, il 25 aprile i partigiani tornano a vivere nelle strade e nelle piazze. Tornano insieme alle decine di migliaia di uomini e donne che in questi anni si sono impegnati per mantenere vivo il ricordo di quanto accadde, accompagnati da una generazione di giovani che nei valori della resistenza ha trovato il senso di un impegno civile e democratico. Tornano per festeggiare gli 80 anni di vita libera e democratica della nostra Repubblica e per rinnovare l’impegno a mantenerla tale e antifascista.
La CGIL, così come altre forze democratiche, pagò alla Liberazione e al consolidamento della nostra democrazia un altissimo tributo di vite. Le donne e gli uomini della CGIL furono, e lo sono ancora, sempre in prima fila per difendere i principi costituzionali antifascisti. Principi e valori che noi riteniamo intoccabili a partire dall’articolo 1.
Non fu un caso che il lavoro venne posto a fondamento della nostra convivenza civile, della nostra libertà, della dignità, dell’emancipazione e della autorealizzazione delle persone e noi ogni giorno ci impegniamo a difenderlo.
Antifascismo vuol dire, oggi come allora, pace e non guerra e violenza, democrazia e non dittatura, libertà e non oppressione, lavoro stabile e non disoccupazione e precarietà, uguaglianza e non ingiustizie e povertà, solidarietà ed accoglienza e non odio e razzismo.
Sono i valori e gli ideali democratici che ci hanno consegnato i partigiani e le partigiane, e che hanno preso forma nella nostra Costituzione. Sta a noi difenderli e diffonderli e applicarli.
Il voto ai referendum dell’8-9 giugno 2025 è un importante passo in quella direzione: vogliamo riconquistare i diritti e la dignità di chi lavora ed affermare i diritti di cittadinanza a chi per troppo tempo ed in modo ingiustificato non riesce ad ottenerli.
Lo vogliamo per noi, per i nostri figli e per i nostri nipoti.
Lo vogliamo per dare un futuro a questo Paese.
Viva il 25 Aprile, Viva la Costituzione, Viva l’Italia antifascista!
Cari compagni, ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d’Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca.
Io muoio, ma l’idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali.
Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.
Giordano Cavestro
giovane partigiano fucilato a Bardi il 4 maggio 1944 all’età di 18 anni