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di Mario Santini,
Segretario Generale FILCTEM CGIL Cremona

RELAZIONE SEGRETARIO GENERALE AL IV CONGRESSO FILCTEM CGIL DI CREMONA

Buongiorno a tutte e tutti compagne e compagni,

oggi siamo qui dopo 4 anni dall’ultimo congresso della Filctem CGIL di Cremona ancora storditi ed attoniti dopo quello che è accaduto e ci ha segnato profondamente nel corso di questi 4 lunghissimi anni. Lunghissimi perché in questi 4 anni si sono condensati fatti ed eventi che, normalmente avvengono ogni mezzo secolo e non contemporaneamente ma, magari, diluiti nel tempo.

Chi tra di noi avrebbe mai pensato, nel 2018, che ritrovandoci qui oggi, avremmo dovuto parlare, guardandoci alle spalle, di pandemia e di guerra nel cuore dell’Europa?

Le pandemie, ahimè, nel corso dei secoli, sono sempre entrate anche tragicamente, come questa, nella vita degli uomini, tuttavia la sensazione di impotenza che abbiamo provato guardando certe immagini in televisione, cosa che non avevamo in altre epoche, ha fatto si che lo sgomento ci aggredisse e la sensazione di vulnerabilità estrema ci oscurasse la visione del futuro. Tutto questo però, grazie alla tenacia della scienza ed alla nostra capacità di serrare i ranghi di solidarietà tra di noi (la maggioranza di noi), ha fatto si che la lotta alla malattia sia arrivata ad un punto di svolta positivo, anche se, non ancora definitivo ed a cui dobbiamo ancora prestare la massima attenzione. Le pandemie, in ogni caso, non sono un fatto voluto dall’uomo, che, delle quali, ne farebbe volentieri a meno, le guerre invece no, le guerre sono frutto della scientifica volontà dell’uomo di fare del male al suo prossimo, di prevalere fugacemente sui suoi simili, di sapere di portare il male tra la gente ma, consapevolmente, di sapere di farlo per sete di potere e di idolatria nella propria figura abominevolmente disumana.

La guerra si, potevamo aspettarcela dall’uomo, che è più simile alla bestia di quanto possiamo e vogliamo considerarci, visto anche le violenze più piccole e quotidiane a cui ci stiamo abituando, ma non ci riusciremo mai, a sopportare, come quella sulle donne, ed il fenomeno osceno del femminicidio, come il bullismo, le mafie ed, in generale, il mancato rispetto dei diritti umani.

Sulla guerra ci sono tanti problemi da affrontare, il primo è cercare che la diplomazia trionfi sempre sulle armi, ed il secondo è che, se una guerra interessa anche solo due nazioni, i suoi riflessi, in un mondo oramai globalizzato, comportano ricadute sulla vita e sulle dinamiche di tutto il pianeta, rafforzando la teoria del “battito di ali di una farfalla” che causa disastri strutturali in parti del pianeta lontane migliaia e migliaia di chilometri.

Ora il nostro primo obiettivo, tra i tanti da affrontare prioritariamente, dovrà essere quello di fermare questa guerra assurda ed inutile frutto solo di nazionalismi esasperati e delle mire fascistoidi di piccoli uomini oscurantisti.

Altra urgenza, non più procrastinabile, che ci dovrà occupare le agende, già da ieri io dico, è la battaglia contro il cambiamento climatico che drammaticamente ha già fatto sentire i suoi effetti su di noi  sul nostro modo di vivere e sul nostro modo di operare; questa situazione però non dipende da effetti esterni a noi, ma ci chiama in prima persona a fare scelte drastiche e definitive come la transizione ecologica ed economica che ci deve portare alla più possibile ed infinita sopravvivenza su questo pianeta, pena la nostra estinzione.

Tutto ciò passerà anche attraverso un sistematico e drastico cambio dei processi lavorativi che produrrà anche rivoluzioni importanti nelle nostre aziende ma che dovremmo forzatamente percorrere cercando di subire i minori scossoni possibili in ambito di riconversioni e trasformazioni lavorative e cercando di lasciare sul campo il minor numero possibile di posti di lavoro.

La domanda conseguente per un semplicissimo essere vivente che si occupi umilmente e consapevolmente di questi temi, sia come semplice cittadino o come vertice di qualsiasi sistema organizzato che raggruppi insiemi più o meno omogenei di persone che si muovono verso il futuro, io penso potrebbe essere questa: siamo pronti per queste “piccole” e “semplici”, sto minimizzando, sfide?

Questo è lo scenario, i dati del problema, in cui siamo chiamati tutti e tutti i giorni a confrontarci e in cui siamo completamente immersi come se galleggiassimo in un oceano senza attracco.

La pandemia, in ogni caso, avrebbe dovuto insegnarci che i grandi problemi, e tutti quelli che vi ho fin ora elencato sono di quel tipo, si affrontano e si vincono serrando le file, mettendo in comune conoscenze ed esperienze e combattendo uniti e all’unisono; tuttavia, secondo me, non siamo ancora pronti definitivamente, accusiamo ancora défaillance importanti sia a livello ideologico che culturale e le dimostrazioni sono sotto gli occhi di tutti, scarsa fiducia nella politica, nelle scienze, nelle istituzioni, nelle istruzioni e soprattutto estrema glorificazione della cultura del denaro sopra ogni altra azione primordiale.

Mi ricordo che agli inizi del secolo scorso, il novecento, detto il secolo breve per la velocità e per le cose che vi sono successe ma anche per i passi da gigante fatti dalla scienza e dalla tecnologia, un grande industriale ma anche pensatore, anche se non un esempio di imprenditore illuminato, Henry Ford, disse che il progresso deve essere tale solo se un beneficio tecnologico può essere alla portata di tutti. Con questo slogan, anche condivisibile, nasceva la vera epoca industriale sul nostro pianeta, poi sono arrivate le catene di montaggio, l’alienazione, i morti sul lavoro, lo sfruttamento, il caporalato, le nuove forme di schiavitù, il lavoro precario e tante aberrazioni del capitalismo che, visto anche il nome, ci riportano tutte al “vil denaro”.

Siamo disposti a rinunciare a qualcosa che c’è nel progresso pur di riuscire a risolvere qualcuno dei problemini che abbiamo elencato sopra? Intanto bisognerebbe capire in che proporzione ognuno di noi è chiamato a contribuire del proprio capitale, perché se chi ci deve rimettere sono sempre i soliti, cioè i “vinti” come li chiamava Giovanni Verga o i più deboli come li chiamava Charles Darwin, la nostra società sarà totalmente destinata all’oblio; viceversa se costruiremo pesi e contrappesi importanti, ascoltando e praticando quello che è il testo ispiratore ed in cui c’è scritto tutto quello che dovrebbe prevedere il nostro sano e sincero vivere comune, che è la nostra Costituzione, forse qualche speranza c’è ancora.

Anche il sindacato, anche unitariamente perché bisogna dare atto che il sindacato è sempre stato più forte ed al centro del dibattito quando è stato unito confederalmente, deve affrontare questi argomenti, deve capire come schierarsi e chi difendere e cosa, a partir anche da chi dalle urne elettorali delle elezioni politiche o, non ha votato per disistima, o ha votato partiti ideologicamente lontani dal pensiero collettivistico stesso del sindacato.

Questo ragionamento va senz’altro fatto, portando come dato fondamentale come ad inizio di ogni svolgimento del problema, che il sindacato, e lo scrivo in maiuscolo, NON FA LE LEGGI, ma le subisce come i cittadini che si sentono traditi dalla politica, cosa che lo stesso sindacato non può permettersi di fare se non a parole e non lasciandosi andare a populismi facili ma cercando di controbattere ideologicamente e formalmente sempre in ambito democratico e civile, cosa che a volte i nostri antagonisti non fanno come nel caso dell’assalto alla nostra sede nazionale dello scorso anno che è ancora una ferita aperta nella nostra convivenza democratica e civile.

Dunque speriamo di fare un passo avanti rispetto a quanti, anche tra i lavoratori, ci fanno sempre la stessa domanda da anni e cioè “Voi dove eravate?” e la nostra risposta, anch’essa come un mantra è sempre la stessa, “In Piazza eravamo” e lo dimostrano i nostri bilanci, che non sono segreti, ma che testimoniano quante risorse abbiamo profuso nel “voler esserci” anche se qualcuno alla fine di ogni dimostrazione di forza nostra, irrimediabilmente, ci derubrica a “4 gatti in piazza”.

Anche in questo frangente, e per la precisione domani 16 dicembre andremo in piazza a manifestare il nostro dissenso, in merito alla finanziaria per il 2023 che il governo sta producendo ed alla quale avevamo dato il nostro solito e preciso contributo preventivo che, alla luce dei temi affrontati, non ha riscosso il ben che minimo ascolto visto che:

  1. L’emergenza salariale, legata sia all’aumento inflattivo sia al rincaro energetico, non viene assolutamente affrontata per i lavoratori dipendenti se non per un misero taglio del cuneo fiscale e lasciando in mano alle aziende “virtuose” la possibilità di detassare eventuali contributi aggiuntivi intesi come premi aggiuntivi ed anche non obbligandole ma con volontarietà.

  2. Togliendo il reddito di cittadinanza dal 2024 e penalizzandolo nel 2023, per fare cassa, ed ignorando che i poveri in questo paese sono cresciuti a dismisura.

  3. Applicando una flax tax che è iniqua ed anche contraria ai dettati costituzionali e che insieme ai condoni rischia di dare una mano agli evasori fiscali.

  4. No fa nulla contro la precarietà ed anzi reinserisce il sistema dei voucher, soprattutto in agricoltura, dando una mano alla disoccupazione soprattutto nel mezzogiorno ed anche al caporalato.

  5. Non si ha una visione programmatica definita in materia di industrializzazione sia nel pubblico che nel privato; in particolare per quanto riguarda l’istruzione, la sanità ed il welfare state.

  6. Sul tema pensioni non si affronta il superamento della Fornero e non si rispetta neppure quanto sbandierato in campagna elettorale cioè che sarebbero bastati i 41 anni di contributi, ai quali, si affianca un dato anagrafico del tutto determinante in negativo quali i 62 anni di età anagrafica che lo rende un provvedimento ridicolo, lasciando stare poi, nel merito, la questione della diversa gravosità dei lavori.

  7. Manca un chiaro indirizzo sulle politiche industriali ed energetiche, vista l’emergenza che, come detto in premessa, si deve affrontare in tema di trasformazione digitale e di riconversione verde.

Per questi motivi siamo contrari a questa finanziaria ed andremo avanti con le nostre richieste per il bene e gli interessi collettivi di chi rappresentiamo, ma anche cercando il dialogo in tutte le occasioni che avremo per poterlo fare.

Eppure una dimostrazione di forza e di collaborazione per il bene di tutti la avevamo data durante la pandemia, attraverso la sigla di protocolli e linee guida di metodi di comportamento per affrontare la pandemia nei luoghi di lavoro e svolgendo un compito fondamentale di tutela e di presidio sanitario importante, anche se non capito da tutte le aziende, soprattutto quelle che hanno fatto più fatica ad adeguarsi alle norme e che noi abbiamo sollecitato anche con segnalazioni alle istituzioni preposte al controllo, al fine di tutelare tutti ed a volte, permettetelo di dirlo, dispiace essere stati non capiti dagli stessi lavoratori a cui, anche a loro, abbiamo reso questo servizio e che poi in successive assemblee ci hanno contestato come comportamento teso a mettere a rischio il loro posto di lavoro, sempre strumentalizzati dalle loro aziende, fatto spiacevole ma non decisivo.

Permettetemi ora di entrare nel contesto della nostra categoria e delle dinamiche politico sindacali che, nel corso di quest’anno, da quando sono diventato Segretario Generale, hanno caratterizzato la nostra attività.

Io arrivavo da una categoria piccola la SLC, Sindacato di Lavoratori della Comunicazione, in cui in 3 anni si era arrivati, con una fatica immensa, alla chiusura di 2 importanti CCNL come i grafici ed i cartai, con sacrifici enormi e punti di caduta notevoli, nel corso del 2022 in Filctem si sono chiusi 3 importantissimi CCNL quali Chimico Farmaceutico, Gas Acqua ed Elettrico, in maniera confortante, con aumenti salariali in linea con inflazione e con diritti migliorati o quantomeno ritoccati al meglio; cosa che ha fatto dire anche al nostro Segretario Generale Nazionale Maurizio Landini, che questi contratti rappresentano l’esempio più fulgido del modello contrattuale da portare avanti e questo è un motivo di speranza e di positività per il futuro per tutti noi, consapevoli che davanti a noi ce ne sono altri da portare a casa come quello importantissimo per la nostra provincia della Gomma Plastica ed anche delle Lavanderie Industriali. Per questi risultati vorrei ringraziare la nostra categoria nazionale che ha dato esempio di grande capacità relazionale e di saper puntare agli obiettivi possibili.

Anche i rinnovi delle nostre RSU ci vedono impegnati a promuovere campagne di sensibilizzazione e di sollecitazione a proporre nelle nostre liste nuovi lavoratori, anche mai coinvolti direttamente, o anche nuove elezioni di RSU in aziende mai sindacalizzate con rappresentanza. Durante questo anno ne abbiamo rinnovate una decina tra nuove e vecchie. Bisogna però fare di più, bisogna continuare in nuove sindacalizzazioni e approcciare al sindacato nuove risorse in termini di nuove generazioni di lavoratori ed anche in termini numerici di rappresentanze e di deleghe.

Questo argomento delle sindacalizzazioni di nuove aziende, ma anche del rinnovo delle RSU già esistenti è un lavoro importantissimo che vede nella unitarietà con Femca Cisl e Uiltec UIL una fondamentale base di appoggio e di sostegno reciproco e per questo vorrei ringraziare il lavoro svolto dai Segretari e dai funzionari di queste categorie che insieme a noi rappresentano la stragrande maggioranza della rappresentatività sindacale del nostro settore. Grazie ai segretari Femca e Uiltec oggi presenti qui al nostro congresso, Giovanni e Marco.

Vorrei ringraziare, a tale proposito, anche chi, seduto dalla parte opposta della nostra posizione, e che rappresenta la parte datoriale, il sindacato dei datori di lavoro, svolge il suo compito nel pieno rispetto delle regole e pensando non solo all’interesse delle aziende ma del bene comune, grazie Andrea Zagni dell’Associazione Industriali di Cremona che molti di voi conoscono.

In ambito sindacale però non possiamo negare di avere una emergenza prioritaria ormai atavica, che è quella della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro alla quale dobbiamo dare un obiettivo assoluto che è quello di minimizzare massivamente le morti sul lavoro, cercando di coniugare gli impegni economici che le aziende devono profondere in tema di sicurezza e l’impegno al rispetto da parte dei lavoratori dell’utilizzo dei dispositivi di protezione e delle buone pratiche in approccio delle lavorazioni. In questo senso la situazione nelle nostre aziende è esattamente questa, alcune investono ed hanno pochi infortuni sul lavoro, anche se non sono mai troppo pochi, ed altre invece arrivano ad avere anche più di 20 infortuni all’anno, anche gravi, e non si danno risposte sul perchè tutto ciò avvenga o derubricano anche a fatalità. Dobbiamo ancora essere molto attenti e sollecitare con tutti gli attori in campo perché di lavoro non si può e non si deve morire.

A supporto di tutto ciò ci deve essere anche e soprattutto la formazione, sia sui temi sindacali che su quelli della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e qui devo fare i ringraziamenti alla nostra categoria regionale che è stata capace, con lungimiranza, di approntare un dipartimento specifico in grado di creare progetti formativi su tutti i territori e farli vivere con il prezioso e condiviso contributo dei nostri delegati, soprattutto Rita Brambini oltre che alla Segreteria Regionale della Filctem CGIL che ci danno supporto in questo ambito. La formazione è e sarà sempre di più fondamentale per le prossime sfide che impegneranno il nostro sindacato nell’approccio con i lavoratori e nello sviluppo della nostra società. Molti di voi, in questi anni ed anche ultimamente, ha partecipato con molto contributo e apprezzamento a queste attività. Anche in ambito territoriale mi sento di ringraziare la CGIL di Cremona che, anch’essa sensibile alle tematiche della formazione, non ci ha mai fatto mancare questo importante supporto con vari momenti di confronto e di formazione molto qualificata.

Un obiettivo che dobbiamo darci, prima di arrivare a parlarVi dei dati veri e propri di questo congresso territoriale, è rappresentato dalla massima divulgazione possibile della pratica sia della contrattazione di secondo livello nel maggior numero possibile di aziende del nostro settore, attualmente questa pratica è sviluppata nelle aziende che normalmente frequentiamo in non più del 10/15% di esse, almeno in maniera strutturata, ebbene dobbiamo cercare di portare in alto questa percentuale e far si che molti più lavoratori, di quelli che attualmente ne possono usufruire, possano avere i benefici che un contratto di secondo livello rappresenta anche in termini di detassazione e sfide produttive in cambio di reddito ulteriore.

Importante sarà anche insistere sul massivo e diffuso utilizzo dei fondi di previdenza integrativa ed assistenza sanitaria, non perché sostituiscano il welfare pubblico, ma perché rappresentano una integrazione assolutamente importante ed insostituibile rispetto all’assistenzialismo degli enti pubblici e della sanità soprattutto quando un paese come il nostro, continua a tagliare sul sistema pensionistico e sul sistema sanitario, che sono si diritti a parole tutelati dalla costituzione, ma che alla fine vengono volontariamente e colpevolmente “dimenticati” da tutti coloro che li devono implementare. Anche questo argomento meriterebbe un ulteriore e massiva campagna di divulgazione a sostegno dell’adesione.

Solo ora riesco a dire, e me ne scuso per la lunghezza, che le nostre priorità sono queste, che il nostro sistema di lavoro è molto complesso ed articolato; che il contributo di tutti sarà determinante per i risultati che porteremo a casa e vorrei ringraziarVi per la pazienza e l’attenzione che avete prestato.

Per quanto riguarda la fase congressuale che abbiamo affrontato a partire dallo scorso 30 settembre 2022, giorno di ufficiale apertura della nostra fase congressuale, posticipato appunto dal fatto che inopinatamente le forze politiche hanno deciso di fare campagna elettorale proprio quando stava per iniziare il nostro congresso e quindi abbiamo ritenuto inopportuno ed improprio sovrapporne gli effetti, possiamo affermare di avere svolto un totale di 71 assemblee di base e coinvolto 485 iscritti, pari al 72,71% degli aventi diritto, di questi 456 iscritti hanno votato per il Documento 1 pari al 98,49% dei votanti e 7 iscritti hanno votato per il Documento 2 pari all’1,51% dei votanti. In virtù di ciò abbiamo costituito una platea congressuale pari a 40 delegati al Congresso dei quali 16 donne, pari al 40% dl totale, e 24 uomini pari al 60% del totale.

Dopo questi dati e finalmente in ultima e definitiva istanza, vorrei arrivare ai ringraziamenti e vi chiederei un applauso ogni volta che termino un ringraziamento.

In prima battuta ringrazio Voi tutti delegate e delegati di azienda che mi avete accolto in questa categoria come un conoscente e compagno di lunga data, fidandovi e facendomi sentire il vostro sostegno, da quelli che ho frequentato di più e che seguo direttamente, a quelli che anche solo una volta sono venuti a chiedermi solamente una cosa o anche solo come stavo. Sappiate che Voi siete la nostra forza ed il nostro orgoglio, quello che ci fa dire che vale ancora la pena fare questo mestiere.

Poi ringrazio chi mi ha preceduto e della quale ho preso il posto circa un anno fa, che mi ha aiutato a vivere questa categoria con passione e leggerezza, grazie Rita e buona pensione, anche se ti vedremo ancora in ambito formazione e grazie anche per questo tuo contributo.

Ringrazio la categoria Regionale e Nazionale con le loro Segreterie, Luisa e Aldo che non mi hanno mai fatto mancare supporto sia tecnico che informativo sia per i rinnovi contrattuali che per le istanze spicciole di ogni giorno.

Ringrazio la CGIL di Cremona che ha creato, all’interno dell’ambiente di lavoro cgil, un clima costruttivo ed attento a tutti i risvolti della nostra attività, dimostrando fattivamente che l’unità d’intenti può essere un valore aggiunto per qualsiasi attività, grazie Elena ed anche Marco che è in segreteria confederale.

Ringrazio la Segreteria uscente della Filctem CGIL Cremona, Marco e Rita a parte, ma soprattutto Paolo Feroldi “vecchio” frequentatore della CGIL ed uomo di grande esperienza sindacale, Donatella Robilotta che ammiro per il suo attivismo e combattività, Mauro Cariffi sempre disponibile a spiegarci le nuove tecnologie e le dinamiche della sua azienda. Su questo argomento vi dico subito che mi riservo, nelle prossime convocazioni dell’Assemblea Generale, di rinnovare la Segreteria della Filctem di Cremona sentiti anche tutti loro.

Grazie anche a Paolo Balzari che con oggi termina il suo compito di Presidente del Direttivo e dell’Assemblea Generale ed ha raggiunto o sta per raggiungere la meritata pensione, ma poi lui resterà attivo con noi e con la CGIL per il suo impegno con ANPI e spero anche con lo SPI.

C’è anche una persona che vorrei presentarVi e che ci aiuterà da ora in poi in Filctem, ed è destinata, probabilmente, a ripercorrere lo stesso percorso che ho fatto io dall’ultimo congresso cgil a quando sono stato eletto da voi lo scorso anno, cioè svolgere un lavoro a “scavalco” tra la sua categoria di provenienza la SLC e la nostra la Filctem ed alla quale io ho già passato in precedenza il testimone ed attualmente fa parte della Segreteria SLC Area Sud Lombardia, la compagna Monia Castelli, benvenuta!

Infine c’è una persona che mi sta particolarmente a cuore e che, non solo io, ma tutta la categoria, dovrebbe ringraziare con il cuore e con la mente, so che non ci lascerà perché la Filctem di Cremona sarà sempre casa sua, però è una persona che, da quando io sono in CGIL e cioè dal 2003, c’è sempre stato ed ha accumulato un bagaglio tecnico ed umano infinito anche per esperienza sul campo e conoscenza delle aziende della categoria; l’augurio è che qualsiasi lavoro possa andare a svolgere possa essere, per lui, gratificante come credo lo sia stato quello di Segretario Generale della Filctem di Cremona e come membro di Segreteria della CGIL di Cremona, Grazie Marco! Non avrei potuto avere pilota migliore di te in questo congresso.

Grazie a tutti